12 luglio

Bisogna ringiovanire la classe insegnante: ce lo ripetiamo spesso, molti lo considerano un imperativo categorico.
Con insegnanti più giovani, la scuola di sicuro diventerà un luogo migliore, più aperto, più inclusivo, più vicino alla società reale.
Non c’è dubbio che l’umanità ne trarrebbe immensi benefici.

Ma come fare a svecchiare una classe insegnante composta per lo più di sessantenni?
Confidare unicamente nel potere regolatorio dei pensionamenti è una speranza vana.
L’età pensionabile, si sa, è come l’orizzonte: ad ogni passo, si allontana di un passo. Presto con ogni probabilità diventerà facoltativa. Quando ciò accadrà, ci sarà gente che continuerà a insegnare fino a 80 anni e oltre, poco ma sicuro.

No, il pensionamento non è una strategia perseguibile, inutile illudersi.
Non resta che affidarsi all’unico altro metodo rimasto: la morte.

Non c’è progresso, senza decesso: Le proposte di oggi vertono tutte su questa ineludibile verità.

PROPOSTE PER LA SCUOLA DEL DOMANI
(S1 E2 P.5-7)

[Proposta 5: classi più numerose ma solo per i docenti più anziani]

Purtroppo ci siamo lasciati scappare il treno della pandemia. Avevamo a disposizione un male con un indice di contagio di tutto rispetto, particolarmente accanito contro anziani e immuno-depressi, e non abbiamo avuto la prontezza di spirito di usarlo nel modo giusto.
Poco male. Mai piangere sul latte versato.
Virologi ed epistemologi, solitamente in contrasto su tutto, concordano su un unico dato: presto arriveranno altre e più temibili forme virali.
Quando ciò accadrà, le classi numerose saranno un ottima risorsa per aiutare la natura a fare il suo corso.
Basterà veicolare il contagio seguendo una scaletta rigorosa: a) affidare classi di 40 o 50 ragazzi a colleghi prossimi alla pensione, con un occhio di riguardo ai portatori di malattie pregresse; b) obbligarli a un’intimità eccessiva con gli starnuti, le tossi, il sudore dei discenti; c) istruire i medici di base affinché rispondano: «È solo una febbre passeggera» in riferimento a qualunque sintomatologia; d) affidare a Bertolaso il coordinamento delle unità di pronto soccorso.
In pochi mesi si sbloccheranno decine di migliaia di posizioni da mettere subito a concorso.

[Proposta 6: incentivare l’uso della violenza, specie laddove, per effetto di un retaggio culturale antiquato, essa è ingiustamente stigmatizzata]

In alcune scuole, alunni e famiglie hanno già iniziato a picchiare gli insegnanti ogni volta che l’hanno ritenuto necessario. È un buon punto di partenza – nessuno può o vuole negarlo – un buon punto di partenza che va però valorizzato in maniera organizzato. Non può essere demandato a forme rozze seppur genuine di auto-organizzazione, va disciplinato nei modi e nelle forme più opportune.
Le botte, le umiliazioni, i pestaggi, vanno indirizzati verso sane politiche di selezione naturale. Non vanno sanzionati tutti i docenti in maniera indiscriminata, ma solo i docenti anziani, e con cadenza quanto meno settimanale.
Se una scuola non ha le risorse adeguate per far fronte all’immenso carico di lavoro che ciò comporta, bisogna prevedere percorsi di responsabilizzazione in grado di coinvolgere anche i docenti più giovani. Se opportunamente formati, potranno entrare a far parte degli squadroni della morte coordinati dal Dirigente Scolastico e dai suoi vicari. In alcuni casi potrebbero mostrarsi incredibilmente solerti.

[Proposta 7: rendere l’omicidio legale solo per qualche ora, durante la giornata della creatività studentesca]

In molte istituzioni scolastiche, i docenti più anziani potrebbero dimostrarsi
inaspettatamente coriacei. È auspicabile allora pensare a dei momenti collettivi di risoluzione dei casi più complicati. La giornata della creatività studentesca è uno di questi. Cosa c’è, infatti, di più creativo dell’omicidio di un docente?
Il docenticidio mette a nudo l’animo dello studente nel suo rapporto più intimo con il proprio percorso formativo.
Se occorre sarà possibile invitare anche mercenari provenienti da altre scuole del distretto.
Gli eventuali straordinari verranno pagati con una voce apposita dei fondi d’istituto, così come i costi di messa in sicurezza delle fosse comuni.
Se le scuole non dispongono di palestre o cortili all’aperto, tali fosse potranno essere allestite direttamente in aula docenti. In questo caso, è sempre preferibile evitare teche o catacombe: gli animi sensibili potrebbero esserne turbati.

(Continua)


(il primo episodio è rinvenibile qui: https://seicose.wordpress.com/2020/07/11/11-luglio/)

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